Consulenti finanziari: il 2021 è un anno di crescita

L’attività dei consulenti finanziari nel 2020, a dispetto di ogni pronostico, ha registrato una crescita significativa. Vuoi vedere che è stata necessaria la pandemia per portare i risparmiatori a riflettere e comprendere l’importanza dell’amministrare al meglio le proprie finanze?

Considerando i dati incoraggianti con cui abbiamo chiuso il 2020, nutriamo buone speranze per questo 2021. Si prospetta un anno di importanti cambiamenti.

 

La presa di coscienza dei risparmiatori

Non so se definirla una presa di coscienza, oppure un evento determinato da altri fattori. Ci ho pensato a lungo. Perché, riflettendoci, viene da chiedersi se la quota di mercato degli investimenti effettuati per il tramite dei consulenti finanziari è aumentata in ragione del fatto che i risparmiatori hanno accumulato liquidità che non hanno avuto modo di spendere.

I motivi in realtà potrebbero essere molteplici. Uno dei fattori che ha determinato un aumento di liquidità è stata anche la paura di spendere troppi soldi in un momento difficile come quello della pandemia. Ciò ha portato al posticipo della realizzazione dei progetti di molte famiglie e quindi a un aumento della quota destinata al risparmio.

A un certo punto, si è poi sentito il bisogno di far fruttare questa liquidità e in tanti si sono decisi a farlo avvalendosi dell’aiuto di un consulente finanziario.

 

Dagli investimenti in banca a quelli presso il consulente finanziario

Molti investitori hanno sentito l’esigenza di passare dalla tradizionale banca sotto casa, al consulente finanziario libero professionista.

Anche qui i fattori determinanti sono stati molti. Primo fra tutti l’esigenza di essere seguiti con continuità dalla stessa persona.

Poi, diciamocelo, non c’è da sorprendersi se molti risparmiatori hanno raggiunto il culmine della sopportazione nelle continue attese telefoniche (spesso concluse senza risposta) per elemosinare dalla propria banca un semplice appuntamento nel quale parlare dei propri denari.

 

Le aspettative dei risparmiatori

Più che aspettative, le definirei dei veri e propri desideri. Perché sono certo che siano tanti i risparmiatori in cerca di un rapporto solido, continuativo e soprattutto personalizzato.

La pandemia ci ha portato via tante cose, ma al contempo ci ha permesso di riflettere molto su cosa vogliamo e come lo vogliamo. Credo che siano molti i risparmiatori ad aver compreso il vero valore della personalizzazione.

Immagina di trovarti davanti a due abiti: entrambi allo stesso prezzo. Solo che uno proviene da un grande magazzino, è prodotto in serie, lo hanno comprato identico tante altre persone prima di te. L’altro, invece, è un vestito fresco di sartoria, realizzato dal miglior sarto della città solo per te, ovviamente ti sta a pennello e, a dispetto di quel che potresti credere, costa esattamente quanto il primo.

Ora, con sincerità, dimmi quale acquisteresti. La risposta la conosciamo entrambi.

Ecco, nel mondo degli investimenti funziona esattamente così e molti risparmiatori cominciano a rendersene conto. Decidono finalmente di avvalersi di un alleato libero da ogni vincolo che possa garantire loro il miglior percorso di investimento con la massima personalizzazione possibile.

 

Servizi diversi allo stesso prezzo

Probabilmente, un’altra importante presa di coscienza è proprio questa: i risparmiatori cominciano a informarsi e a rendersi conto che gli investimenti in banca costano esattamente quanto gli investimenti proposti dal consulente finanziario.

Unica differenza? La qualità.

Per il solito discorso della diversificazione e personalizzazione.

C’è sempre stato un po’ questo falso mito molto diffuso del consulente finanziario visto come la scelta più cara da intraprendere. “Perché se è un libero professionista ci sarà un motivo”.

Sì, il motivo esiste ma non è economico. È un motivo puramente morale.

Ho preso questa scelta ormai da vent’anni e se l’ho presa è perché, dopo aver provato a operare in banca, mi sono reso conto che c’erano troppi vincoli a cui far fronte.

Io non volevo offrire un servizio standardizzato a tutti i risparmiatori affermando davanti a ognuno che “era un servizio studiato appositamente per lui”. Perché non era così.

La banca indicava a noi dipendenti i prodotti da “spingere” e noi, come ogni dipendente che si rispetti, non potevamo fare altro che ottemperare a tali indicazioni. Ogni strategia difforme da quella indicata dalla direzione, era ovviamente mal gradita.

Quindi, tornando al punto in cui ho cercato di spiegarti che potresti avere un servizio differente pagando il medesimo prezzo, puoi comprendere come la scelta di abbracciare la professione di consulente finanziario non sia data dalla mera sete di guadagno.  L’esigenza principale è essere un riferimento costante nella vita degli investimenti dei propri clienti.

 

Se anche tu hai una visione degli investimenti differente dall’ottica standard e vuoi di più, adesso sai che puoi ottenerlo senza spendere neanche un euro in più a quello che spenderesti attivando investimenti in banca.

Perciò, tutto ciò che ti resta da fare è contattarmi.

 

Fabrizio Oliva

Autore del blog e consulente finanziario

 

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